TRIESTE – Le opere di dragaggio dell’accesso a Porto Nogaro sono state eseguite tra l’estate e l’autunno, riportando il fondale a 7,5 metri per una larghezza di 35 metri.
Lo ha reso noto oggi la Regione Friuli Venezia Giulia, ricordando le difficoltà per superare le problematiche connesse agli iter autorizzativi e un investimento che ha richiesto l’impiego di quasi 3,5 milioni di euro. Parte dei fanghi hanno trovato posto nelle casse della Piattaforma logistica gestita da Hhla Plt Italy al porto di Trieste.
Stamattina l’incontro, nella sede della Regione a Udine, con i terminalisti di Porto Nogaro per fare il punto della situazione sui lavori di dragaggio nel tratto di mare prospiciente la bocca lagunare di porto Buso, corrispondente con il tratto di canale di “atterraggio a mare” del sistema di Porto Nogaro.
«L’attenzione per il ripristino delle quote di progetto dei fondali di porto Buso da parte della Regione è stata massima. Il Consiglio e la Giunta regionali hanno messo a disposizione la somma di quasi 3,5 milioni di euro per riscontrare alle necessità emerse e i lavori sono giunti a completamento» ha detto l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro. La revisione dell’ordinanza di navigazione da parte della Capitaneria di Porto (presente all’incontro) è ora assoggettata alle verifiche batimetriche lungo l’intero percorso da porto Margaret a porto Buso, secondo le specifiche indicate dalla stessa Capitaneria. Le verifiche si concluderanno nelle prossime settimane. Poi servirà l’approvazione da parte dell’Istituto idrografico della Marina militare.
A quel punto, la Capitaneria potrà procedere con l’aggiornamento dell’ordinanza per consentire l’ingresso al porto delle navi con un pescaggio superiore a quello attuale di 5,5 metri.