TRIESTE – È iniziata stamattina presto, con l’allagamento del Bacino 4 dell’Arsenale gestito da Fincantieri a Trieste, la delicata operazione di trasferimento a terra dello storico pontone Ursus.
L’appalto è stato vinto dall’accoppiata Cartubi-Pertot e il subappalto per il trasferimento su chiatta è stato affidato proprio a Fincantieri. Oggi in tarda mattinata due rimorchiatori agganceranno la chiatta Ant (coproprietà Cartubi-Fincantieri), sulla quale è stata collocata la gru mobile.
Una volta in mare, la chiatta verrà trainata per un brevissimo tratto fino alla banchina gestita da Cartubi, dove inizieranno le manovre per far salire a bordo una serie di carrelli semoventi che si infileranno sotto il pontone per poi spostarlo sulla terraferma.
L’intervento, del costo di circa 1,12 milioni di euro, non era più rinviabile: il rischio di affondamento era serio. Il fasciame, parte del quale è già stato ammodernato negli anni ’60 del secolo scorso, presenta danni che ne avrebbero compromesso la stabilità.
Una volta collocato sul basamento già predisposto, inizierà la partita (tutta politica) per la sua sistemazione definitiva. Difficile che si possa pensare di riportarlo a galleggiare, poiché la manutenzione richiederebbe spese costanti e ingenti, da sommare alla cifra (si parla di più di dieci milioni) necessaria ad un primo completo restauro.
La trasformazione in polo museale diventa più probabile con l’Ursus fuori dall’acqua e uno spazio nel Porto Vecchio di Trieste, dove potrebbe diventare un’attrazione turistica di livello.