TRIESTE – L’azionariato della Ligabue vede nuovamente la sola famiglia fondatrice al comando, con l’acquisto – per 9,7 milioni di euro – delle quote appartenute al Fondo Italiano di Investimento.
Dopo circa quarant’anni, dunque, si torna alle origini per l’azienda nata a Venezia nel 1919 grazie all’intraprendenza di Anacleto Ligabue, all’inizio per rifornire di generi alimentari le navi della Società Veneziana di Navigazione. Negli anni ’60 del secolo scorso, il business si amplia al settore Oil & Gas con le piattaforme offshore e onshore. Negli ultimi anni la Ligabue ha sviluppato il business delle crociere e oggi l’azienda è presente in 16 paesi con una rete di 200 partner in 417 porti. Nel 2022, il Gruppo ha registrato un fatturato in aumento del 28% (oltre 314 milioni di euro), anche grazie ai 7000 collaboratori di 40 diverse nazionalità.
Fondo Italiano di Investimento ha ceduto l’intera quota detenuta (circa 30,6%) in Ligabue.
«Questo è un momento storico per la nostra azienda, estremamente significativo. L’acquisizione delle quote della società dal Fondo Italiano assicura strategia di lungo periodo a tutti gli stakeholder del Gruppo. La famiglia Ligabue ha sempre detenuto il controllo dell’azienda, ma riportare l’azionariato, dopo quasi 40 anni, nelle sole mani della famiglia fondatrice conferma il nostro impegno per la crescita, la solidità della società e la visione di prospettiva per il futuro» ha commentato Inti Ligabue, presidente e ceo dell’omonima azienda, acquirente delle quote da FII.