TRIESTE – Ha lasciato la banchina di Trieste in concessione a Wartsila attorno alle 19 la UHL Fusion, con a bordo i 12 motori destinati a DMSE (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering).
Dopo la decisione del giudice del Lavoro al Tribunale di Trieste e il riavvio della procedura di licenziamento, lo sciopero di solidarietà dei portuali con i lavoratori in procinto di essere licenziati è stato sospeso. Così l’attività sul Canale navigabile di Zaule è ripresa in maniera consueta: tra giovedì e venerdì sono stati imbarcati i motori “presi in ostaggio” per convincere Wartsila a tornare sui propri passi dopo l’annuncio di chiusura della produzione a Bagnoli della Resandra.
Il fronte sindacale è spaccato (anche se la maggior parte delle rappresentanze sta da una parte) perché alcune sigle, USB su tutte, non considera un buon accordo quello firmato nei giorni scorsi da Cgil, Cisl e Uil di settore.
Ora l’attenzione si focalizza sui posti di lavoro a rischio. Saranno “solo” 451 come dichiarato da Wartsila, oppure rischiano il licenziamento anche gli altri dipendenti che gravitano attorno alla produzione dello stabilimento?
Altri quesiti, ai quali bisognerà dare risposta nelle prossime settimane, riguardano invece i possibili investitori disposti a sostituire il Gruppo finlandese nell’attività di produzione e assemblaggio di motori marini e motori destinati alle centrali di produzione di elettricità. Finora le ipotesi che erano trapelate dai colloqui fra istituzioni e sindacati erano quello di Hyundai HiMSEN, fabbrica di motori 4 tempi che fornisce il 90% delle installazioni di DSME e di MAN, colosso tedesco concorrente dei finlandesi. Il tutto attraverso un acquisizione in prima battuta da parte di Leonardo (ex Finmeccanica).