TRIESTE – Il porto di Qingdao è il primo terminal container ecologico intelligente “idrogeno + 5G” al mondo.
Il porto di Rotterdam, invece, sta per diventare un hub per l’importazione di idrogeno da tutto il mondo, progettando più di 100 diverse opzioni di approvvigionamento per creare un sistema di esportazione.
Durante il Vertice delle multinazionali di Qingdao del 2022, l’ufficio stampa del governo popolare provinciale dello Shandong ha organizzato una visita al terminal container automatizzato dello Shandong Port Group, porto di Qingdao. Lo scopo era quello di far conoscere le sue caratteristiche “intelligenti” ed ecologiche per il funzionamento dello scalo e del sistema di stoccaggio.
È notizia delle scorse settimane, invece, che proprio nel porto di Qingdao è stata autorizzata la prima stazione di idrogenazione portuale in Cina. Il progetto ha completato tutte le procedure di autorizzazione per la pianificazione dell’attività, la protezione antincendio e la licenza necessaria ad operare.
Qingdao, all’avanguardia nella tecnologia e nei sistemi di gru alimentate a idrogeno, conta di ridurre le emissioni 21.000 tonnellate di anidride carbonica e 640 tonnellate di anidride solforosa ogni anno, calcolate sulla base di una capacità annua di 3 milioni di Teu.
Secondo i dati forniti dallo Shandong Port Group, il porto di Qingdao è uno dei terminal per container automatizzati leader nel mondo dotato di tecnologie all’avanguardia, un alto grado di automazione ed elevata efficienza di carico e scarico. La prevista implementazione del traffico e il rischio che i limiti di capacità nelle operazioni di carico a scarico potessero creare dei colli di bottiglia, ha fatto scegliere un sistema di trasporto intelligente, ecologico e a basse emissioni di carbonio.
Dall’altra parte del mondo, invece, il porto europeo di Rotterdam (il maggiore per traffico container sul continente), si candida a diventare un hub proprio per l’idrogeno. L’Autorità Portuale assieme a diversi operatori sta per costruire l’infrastruttura necessaria per rispondere alle future richieste del gas per i diversi utilizzi industriali. I progetti prevedono la costruzione di grandi unità di elettrolisi su terreni bonificati vicino alla foce del fiume Maas, il Maasvlakte, alimentate da nuove turbine eoliche offshore.
Shell, BP e Air Liquide sono tra i gruppi interessati a questa fase di sviluppo, con gli impianti che dovrebbero diventare operativi entro il 2026. L’idea è quella di importare idrogeno sotto forma di ammoniaca e LOHC (Liquid Organic Hydrogen Carrier) e trasformarlo in combustibili a base di idrogeno, trasferiti all’interno del porto e al di fuori dello scalo con un sistema di gasdotti sotterranei.