VENEZIA – I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno dichiarano lo stato di agitazione dei dipendenti dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale.
Recependo il mandato dell’assemblea dei lavoratori del 14 marzo, viene anche chiesta l’apertura di un tavolo di confronto per la risoluzione dei problemi segnalati.
“Nel corso degli ultimi due anni sono giunte alle scriventi Segreterie numerose e ripetute segnalazioni da parte dei lavoratori dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, intensificatesi negli ultimi tempi, da cui emergono le seguenti criticità” scrivono i sindacati in una nota.
In particolare, il riferimento è a una presunta “violazione dei diritti dei lavoratori che si sostanziano, ad esempio, nell’irrigidimento del sistema di conteggio dei permessi per visita medica, nella continua pretesa di disponibilità da parte dei lavoratori anche oltre l’orario lavorativo nonché nella programmazione di riunioni indicate come urgenti e tali da necessitare della presenza in persona dei lavoratori, ma poi sistematicamente disattese”; si fa poi accenno all’applicazione di specifiche e peculiari norme restrittive non riferibili al personale delle Autorità portuali, alla “tendenza a svilire il personale dipendente, adottando atteggiamenti aggressivi anche in presenza di terzi”, al mancato rispetto della professionalità e delle competenze dei dipendenti e alla violazione delle disposizioni organizzative vigenti rispetto a compiti e funzioni assegnati alle singole Direzioni e Aree.
Nella nota dei sindacati, inoltre, si parla anche della “creazione di un sistema di controllo tra colleghi, tra l’altro non supportato da alcun provvedimento organizzativo idoneo a delimitarne il perimetro di applicazione”.
Cgil, Cisl e Uil sostengono che, sebbene tali problematiche siano state rappresentate in più occasioni all’Ente da parte delle organizzazioni sindcali stesse, ad oggi l’Authority non ha dato “alcun riscontro fattivo e risolutore rispetto a quanto evidenziato, peggiorando il clima lavorativo di forte disagio e stress già creatosi”.
“A ciò va aggiunta la mal celata disapprovazione verso gli individui che si sono rivolti al Comitato Unico di Garanzia (CUG, recentemente istituito), che è invece un organo di tutela dei lavoratori. Tale situazione denota gravi carenze nella gestione del personale dipendente, facente capo per legge al Segretario Generale, mancando l’auspicabile necessaria interazione con i dipendenti stessi e le rappresentanze sindacali, sostituita da ordini e prescrizioni unilaterali che, ad oggi, non hanno risolto le criticità segnalate” conclude la nota.