TRIESTE – Tre neoeletti consiglieri comunali appartenenti al gruppo “Adesso Trieste” hanno presentato una mozione che impegni il Comune a richiedere alla Regione Friuli Venezia Giulia l’esenzione dal pagamento dell’Imu (Imposta Municipale Unica) sugli immobili situati all’interno del Porto Franco Internazionale di Trieste, adibiti a operazioni o i servizi portuali, o funzionali al loro espletamento. L’iniziativa riporta alla luce la mai risolta questione che gli operatori avevano già affrontato su due diversi binari: la riclassificazione degli immobili oppure il riconoscimento dell’Allegato VII del Trattato di pace che istituì il Porto franco internazionale. Un’operazione politica, quella di oggi, che sollecita l’amministrazione comunale a intervenire urgentemente affinché nelle norme regionali in materia di fiscalità locale sui beni immobili, di prossima redazione, sia recepita definitivamente la peculiarità del Porto franco internazionale.
Nel frattempo, i rappresentanti di Adesso Trieste chiedono anche al Comune di interrompere ogni azione e ogni contenzioso – ipotesi in questo caso poco probabile – volto al recupero delle imposte non versate relative agli immobili adibiti a operazioni e servizi portuali.
«Nell’ambito del Porto Franco – sottolinea il capogruppo di “Adesso Trieste”, Riccardo Laterza – i beni demaniali in concessione sono in gran parte destinati ad attività concernenti il transito delle merci in arrivo o in partenza. L’applicazione di un’imposta patrimoniale sulle infrastrutture portuali verrebbe quindi necessariamente a riversarsi sui costi praticati dal concessionario per la movimentazione delle merci e, dunque, si tradurrebbe di fatto in un maggior onere a carico delle merci in transito. Pensiamo che questo sia sbagliato e non in linea con lo status di Porto Franco Internazionale e la relativa normativa speciale, la quale impone che sulle merci in transito non siano applicati né dazi doganali, né altri gravami che non siano corrispettivo dei servizi prestati».
«Auspichiamo che tutti i gruppi consiliari sottoscrivano e sostengano questa risoluzione – conclude Laterza – visto il larghissimo sostegno con il quale la causa del Porto Franco Internazionale è stata recentemente perorata nei confronti del Parlamento e del Governo da parte del Consiglio Regionale. Sarebbe paradossale che la politica locale si tirasse indietro proprio nel momento in cui può intervenire direttamente a tutela delle prerogative del Porto Franco di Trieste».
La richiesta arriva a poche settimane dall’annuncio della nuova giunta comunale della volontà di collaborare con chi ha avviato un contenzioso per non pagare l’imposta. Una strada, quest’ultima, che non pare possa essere seguita da alcuni dei più importanti concessionari/terminalisti dello scalo: Trieste marine terminal e Samer Seaports su tutti.
Le sentenze finora emesse tra Commissioni tributarie e Cassazione sono varie e non tutte nella stessa direzione, pur con la prevalenza dell’amministrazione comunale, che continua nella decisione di costituirsi in giudizio. La questione viene ora riportata all’attenzione della politica che dovrà comunque decidere, anche di non fare alcunché.
Una controversia simile aveva riguardato di recente lo stesso gruppo di operatori portuali, ma in merito al pagamento di tasse portuali. In quel caso il Consiglio di Stato aveva respinto la richiesta di parziale esenzione, pur riconoscendo la specialità del Porto franco internazionale.