TRIESTE – Si è tenuta stamattina la prima esercitazione transnazionale antinquinamento nel mare Adriatico, organizzata dalla Direzione marittima di Trieste in collaborazione con partner provenienti da Slovenia e Croazia.
Si tratta delle attività che rientrano nell’ambito del progetto europeo denominato NAMIRS (Sistema di risposta agli incidenti in mare nel Nord Adriatico), finalizzato a supportare i tre Stati transfrontalieri nella lotta all’inquinamento marino da idrocarburi tramite la cooperazione e il coordinamento. Il progetto, coordinato dall’Iniziativa Centro Europea e cofinanziato dall’Unione Europea, prevede lo sviluppo di protocolli per facilitare le comunicazioni e rendere efficiente l’intervento congiunto di risorse e mezzi italiani, sloveni e croati in caso di incidenti nel Mar Adriatico Settentrionale, che provochino lo sversamento di idrocarburi in mare.
L’esercitazione, partita stamane alle 8.30, è stata coordinata dalla Direzione marittima di Trieste quale 10° Centro secondario di Soccorso marittimo della Guardia Costiera Italiana, partner del progetto, proprio allo scopo di testare lo scambio di informazioni tra Paesi cooperanti, il coordinamento delle operazioni tra le forze intervenute, la prontezza operativa e le capacità tecniche di intervento dei mezzi e delle risorse partecipanti, nonché l’efficienza dei sistemi di comunicazione.

All’esercitazione hanno partecipato esperti del settore, osservatori internazionali e Autorità dei tre Paesi partner del progetto; in molti hanno assistito alle operazioni di contrasto all’inquinamento direttamente da mare, a bordo di nave Gregoretti della Guardia costiera italiana o su uno dei due rimorchiatori messi a disposizione dalla Tripmare; altri, invece, hanno partecipato da terra, nella Sala Operativa della Direzione marittima di Trieste, dove è stata attivata l’unità di crisi per la gestione dell’emergenza. Lo scenario simulato è stato quello di una collisione tra due navi, di cui una realmente presente (la nave petroliera Oceania, alla fonda nella rada del porto di Trieste), e l’altra invece solo simulata (una nave traghetto proveniente da Capodistria e diretta a Monfalcone). Nella scelta dello scenario si è tenuto in debito conto l’analisi del rischio di possibili collisioni in alto Adriatico elaborata nell’ambito del progetto dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) e dall’Università di Lubiana (Facoltà di studi marittimi di Portorose), dalla quale si evince come una delle zone maggiormente a rischio di collisione e conseguente inquinamento nell’Alto Adriatico sia situata proprio nel Golfo di Trieste, in corrispondenza del punto di incrocio tra le rotte in uscita-ingresso dai porti di Capodistria, Trieste e Monfalcone.
Fase culminante dell’esercitazione è stato l’intervento di un team di esperti, costituito dai Vigili del Fuoco dei tre Paesi confinanti, facenti parte del gruppo NAMIRG (North Adriatic Maritime Incident Response Group), dal personale della Capitaneria di porto specializzato in sicurezza della navigazione e dai tecnici nominati dagli Stati partner, che è stato trasferito a bordo dell’unità sinistrata a mezzo di un elicottero della Guardia Costiera italiana al fine di valutare, in primo luogo, il rischio di incendio a bordo e poi verificare lo stato di galleggiabilità e di sicurezza della nave sinistrata.