TRIESTE – L’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale (porti di Trieste e Monfalcone) non dovrà pagare oltre otto milioni di euro di Ires come imposta sui canoni demaniali.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, rigettando – con una sentenza depositata lo scorso 15 marzo – il ricorso dell’Agenzia delle entrate contro un’altra sentenza, stavolta della Commissione tributaria regionale. Argomento del contendere un versamento Ires con riferimento all’anno 2008, per un corrispettivo non corrisposto abbondantemente superiore agli otto milioni di euro. La Commissione tributaria aveva ritenuto che la concessione dei beni demaniali costituisse esercizio di un pubblico potere, del tutto analogo a quello di qualsiasi ente territoriale che amministrava beni demaniali, come tale “riconducibile nell’alveo delle funzioni statali e volto al corretto funzionamento delle aree portuali, concretizzandosi in poteri esercitati con una discrezionalità vincolata sottoposta ai controlli del Ministero dei trasporti”.
Secondo l’Agenzia delle entrate, invece, “l’assenza di commercialità delle funzioni pubbliche esercitate da un ente pubblico” consente a quest’ultimo di non assoggettare ad Irpeg/Ires i redditi prodotti in conseguenza della attività istituzionale (non considerati redditi di impresa), ma non consente anche di sottrarre dal reddito complessivo le altre categorie reddituali e cioè i redditi fondiari.
Nel respingere il ricorso, la Corte di Cassazione ha citato alcune decisioni della Commissione Ue, ma anche quella dello scorso dicembre del Tribunale Ue, che aveva dichiarato incompatibile col diritto comunitario proprio l’esenzione da Ires dei proventi derivanti dai canoni demaniali.
Ciò nonostante, la Corte di Cassazione ha dichiarato non dovute le somme richieste dall’Agenzia delle entrate all’Autorità portuale di Trieste (rappresentata in giudizio dal professor Massimo Campailla) perché l’esenzione dall’Ires va qualificata come aiuto di Stato “esistente”, in quanto istituito precedentemente all’entrata in vigore dei Trattati Ue. Di conseguenza, l’incompatibilità con il diritto comunitario accertata dal Tribunale dell’Unione Europea vale per il futuro, ma non ha effetti retroattivi. Alla luce di ciò, la Corte di Cassazione ha stabilito che i canoni demaniali percepiti dalle Autorità di Sistema portuale devono essere assoggettati ad Ires solo a decorrere dal 1 gennaio 2022, data di entrata in vigore della modifica alla L. 84/94 con la quale lo Stato italiano ha recepito i principi comunitari, rimuovendo questa tipologia di aiuto.