MONFALCONE – La Phoenix, 147 metri e 16800 tonnellate di stazza, sarà lavorata tra lunedì e martedì al porto di Monfalcone: l’ultima nave proveniente da Mariupol (Ucraina) con acciaio destinato agli impianti siderurgici di Porto Nogaro.
Sarà una piccola rivoluzione quella che attende Portorosega, come spiega GianCarlo Russo Executive director di FHP (la holding portuale dl Gruppo F2i) a Monfalcone. Il traffico di bramme dall’Ucraina è stato sospeso a causa della guerra e i ricevitori stanno cercando nuove fonti di approvvigionamento, che potrebbero cambiare le modalità di servizio.
Ma quanto valgono bramme per Compagnia Portuale?
«Le bramme d’acciaio valgono circa 1 milione e 200mila tonnellate ogni anno»
La guerra in Ucraina ha bloccato il traffico, probabilmente destinato a non riprendere. Quali sono le alternative alle quali si lavora?
«Ci stiamo confrontando con tutte le parti in causa e al momento si sta pensando al Sudamerica, all’India, ma anche al Far East. È ovvio però che, trattandosi di itinerari più lunghi, i carichi dovranno essere più grandi, così come le dimensioni delle navi che essendo più grandi hanno quindi maggior pescaggio»
Nota dolente per Monfalcone, quella dei fondali: senza pensare ai tanto attesi dragaggi che non costituirebbero una soluzione in tempi brevi, quali sono gli scenari possibili?
«Sono stati conclusi i rilievi batimetrici, relativi alla manutenzione del fondale, ora siamo in attesa delle valutazioni. Eventuali interventi di dragaggio, in effetti, richiederebbero tempi troppo lunghi e quindi non si può risolvere così il problema attuale»
Che andrebbe risolto come?
«Spero vengano autorizzati i -11 metri per i primi ormeggi (il 7, l’8 e il 9, ndr) della banchina. Questo aiuterebbe ad ospitare navi più grandi».
Quindi siete in attesa dell’Ordinanza della Capitaneria di porto? Ma se si riuscisse ad arrivare a -11 metri, si aprirebbero scenari nuovi per lo scalo?
«Direi di sì. Se ci fosse più fondale sui tre ormeggi si potrebbe aprire Monfalcone a nuovi traffici. Stiamo vivendo un momento delicato, ma potrebbe anche diventare un’opportunità di sviluppo. Su questo sono confidente che l’Autorità di sistema portuale e la Capitaneria riusciranno a risolvere la situazione».
Resta in piedi la questione crociere. Pare siano stati trovati i pontoni per evitare che le navi bianche interferiscano col traffico commerciale.
«Se ne sta occupando chi di dovere, ma non ho motivo di credere che non sarà fatto ciò che è stato promesso, specialmente ora che si stanno rilasciando le concessioni. Del resto un’altra estate come quella dello scorso anno, sarebbe impensabile ed improponibile al mercato»
Resta sul tavolo anche la fusione tra CPM e MaterNeri, oggi proprietà dello stesso Gruppo FHP…
«A breve riceveremo le concessioni demaniale ex art.18 L.84/94 ed entro l’anno come obiettivo abbiamo il processo di unificazione, poi ci sarà il terminalista FHP Monfalcone come riferimento».