TRIESTE – Cresce al porto di Trieste il traffico Ro-Ro lungo l’Autostrada del mare che collega l’Adriatico alla Turchia.
Una crescita che è destinata a durare nel breve termine, tanto che nel 2022 già si prevede un incremento pari al 20%. Parola di Enrico Samer che vede il suo Gruppo nella gestione dei due maggiori terminal Ro-Ro dello scalo del Friuli Venezia Giulia. «Il traffico è in aumento e manca lo spazio. Proprio per questo abbiamo cercato soluzioni che ci consentissero di affrontare il problema» spiega Samer.
Il riferimento è all’imminente apertura di uno spazio per far stazionare i rimorchi appena sbarcati nell’area di FreeEste. Si tratta di una location decisamente adatta: a breve distanza dalle banchine e in regime di Porto Franco. La gestione delle aree è in capo a Interporto Trieste, che proprio in questi giorni ha approvato un aumento di capitale per far fronte al Piano di sviluppo.
Nei piazzali a fianco dei magazzini ex Wartsila saranno parcheggiati i rimorchi, mentre i camion in attesa di imbarco stanno già usufruendo degli spazi a Fernetti, sempre a gestione Interporto di Trieste.
Il problema della congestione di traffico tra sbarco e imbarco al porto di Trieste non è affatto nuovo per quanto riguarda i Ro-Ro e le previsioni per il 2021 fanno presagire che il tema andrà affrontato anche nei prossimi mesi. L’anno in corso, anticipa Samer, sta per chiudersi con un totale di circa 190mila mezzi pesanti gestiti, oltre ai 50mila mezzi di nuova fabbricazione che passano per le banchine. Si tratta del traffico di Samer Seaports and Terminals in condivisione con DFDS (che possiede la maggioranza della società) e di TIMT (Trieste intermodal maritime terminal), società italo-turca controllata al 55% dalla Ulusoy (al Gruppo Samer il 45%).
Intanto anche DFDS conferma il trend positivo con la trimestrale, dove emerge il ruolo trainante del Mediterraneo nell’andamento dei conti, complessivamente in crescita del 22%. sul fronte dei ricavi.
Nel Mediterraneo in particolare, i volumi trasportati nel terzo trimestre 2021 sono aumentati del 12,2%. La ragione principale è legata all’apertura di una nuova rotta tra Turchia e Spagna. Ma DFDS rileva che l’aumento riflette la forte crescita delle esportazioni turche verso l’Europa, anche grazie al deprezzamento della lira turca. Per questo motivo è stato deciso di aumentare la capacità di stiva proprio sul network delle rotte che comprendono anche l’Adriatico. L’EBITDA è aumentato del 47% – fa sapere DFDS – anche grazie all’efficienza dei terminal e delle attività ferroviarie.