TRIESTE – L’assemblea straordinaria dei soci di Interporto di Trieste spa ha approvato un aumento di capitale per sei milioni di euro.
Considerato che attualmente il capitale sociale ammonta a poco più di 11,6 milioni, si tratterebbe di un aumento importante per la società incaricata di gestire lo sviluppo del sistema logistico del Friuli Venezia Giulia.
Interporto di Trieste è oggi impegnata su più fronti e in particolare su quello di FreeEste, l’area in regime di Punto franco dove a breve inizieranno i lavori per lo stabilimento industriale di BAT (British american tobacco). La decisione dell’assemblea, che attende ora il via libero definitivo dei vari soci, rafforzerà la società che finora ha agito sostanzialmente confondi propri e servirà a sostenere in maniera importante il Piano di sviluppo. Entro un paio di mesi, ma verosimilmente anche prima salvo intoppi burocratici, l’aumento di capitale dovrebbe diventare effettivo. Alcuni dei soci, nei mesi scorsi, si erano già detti favorevoli e quindi le tempistiche non dovrebbero subire lungaggini.
Oggi Interporto di Trieste vede la partecipazione di duisport col 15%, di Friulia (finanziaria della Regione FVG) col 31,99%, dell’Autorità portuale col 20%, della Camera commercio Venezia Giulia (16,54%), del Comune di Trieste (11,05%) e di quello di Monrupino (5,52%), mentre il Comune Gorizia è proprietario di una singola azione. Spicca nella proprietà il porto tedesco di Duisburg, entrato ufficialmente nella compagine l’8 febbraio di quest’anno acquisendo quote da Friulia.
Di recente la società ha ricevuto un nuovo contributo dalla Regione Friuli Venezia Giulia per interventi sugli impianti ferroviari e per i piazzali destinati ai camion nella località di Fernetti sul Carso triestino.
Nei prossimi giorni, intanto, è previsto l’inizio dei lavori per il capannone industriale da riservare a BAT nel comprensorio FreeEste a Bagnoli della Rosandra. Si tratta di un nuovo edificio che sarà realizzato da Interporto di Trieste e che sarà poi dato in affitto alla multinazionale del tabacco per l’avvio di una produzione di sigarette elettroniche, ma soprattutto per l’allestimento un avanzato centro di ricerca.