TRIESTE – I dragaggi per l’accesso a Porto Nogaro prenderanno il via a novembre: intervento di sei mesi, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia con 3,5 milioni di euro.
L’annuncio è stato dato stamattina a Confindustria Udine, dove l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, il direttore centrale Massimo Canali e il progettista Andrea Cocetta hanno presentato il piano dei dragaggi per Porto Nogaro, nel tratto di canale a mare fuori delle dighe foranee di Porto Buso. L’opera, attesa da quattro anni, dovrà essere svolta in un’area oggetto di sequestro e per la quale, dopo aver ottenuto l’autorizzazione all’accesso per effettuare una caratterizzazione dei sedimenti, verrà chiesto il dissequestro per poter dare il via alle operazioni.
Nonostante i lavori di dragaggio effettuati sull’intero canale navigabile per circa 15 chilometri, per riportare il pescaggio a –7,5 metri (nel corso del 2017) e gli altri interventi di ripristino della segnalazione luminosa, la sistemazione degli argini e l’allargamento del bacino di evoluzione della banchina Margreth, Porto Nogaro continua ad essere penalizzato nei suoi traffici per effetto del limite di pescaggio a –5,50 metri, che persiste dal 2019 a seguito dell’incagliamento di una motonave nei pressi del canale di accesso di Porto Buso nel febbraio di quell’anno.
I dragaggi annunciati dalla Regione, dal costo complessivo di 3,5 milioni di euro per una durata stimata di sei mesi, porteranno a estendere il canale a mare esterno alle dighe di Porto Buso fino a 35 metri di larghezza e 7,5 metri di profondità. L’esecuzione dei lavori sarà a cura dell’Ufficio speciale per i dragaggi di Monfalcone, Porto Buso e Marano Lagunare. A capo della struttura, la Regione ha nominato l’ammiraglio Aurelio Caligiore, il cui impegno verrà supportato dal gruppo di consorzi con cui la Giunta ha approvato uno schema di convenzione. Nei prossimi giorni, il gruppo di lavoro dovrebbe procedere con la stipula degli atti di impegno finanziario per dare impulso all’azione amministrativa del Commissario.
«Il nostro vuole essere al tempo stesso un auspicio e un appello, affinché i dragaggi vengano avviati nel più breve tempo possibile e con un timing preciso» ha commentato Piero Petrucco, vicepresidente vicario di Confindustria Udine. La penalizzazione per gli operatori marittimi e per le imprese del territorio è evidente e dura ormai da molto tempo. Petrucco ha infatti ricordato come, attualmente, in porto possono entrare solo navi più piccole di quelle che potrebbero avervi accesso, naviglio oggi difficile da reperire sul mercato. Oppure navi che si sono in precedenza alleggerite di parte del carico al porto di Monfalcone, quindi, con aumento di costi e perdita di competitività dello scalo portuale friulano e di tutto l’indotto che vi ruota intorno. La situazione critica è tanto più accentuata oggi, considerato che il principale flusso merceologico che insiste su Porto Nogaro, quello delle bramme, ha dovuto per forza di cose cambiare i mercati di approvvigionamento, dovendo quindi utilizzare navi di maggiori dimensioni, che provengono da India e Brasile, invece che dalla più vicina Ucraina. «Il completamento dei lavori di ripristino nell’area del canale di accesso a Porto Buso, oggi sottoposta a provvedimento giudiziario, è quindi fondamentale – ha concluso il vicepresidente di Confindustria Udine – per riportare almeno a –6,20 metri il pescaggio, ma auspicabilmente fino ai –7,50 metri previsti dagli accordi del 2001, secondo una programmazione di lavori di manutenzione periodica che deve garantire continuità nel tempo».
Entusiasta ma in attesa di capire se i tempi potranno essere rispettai anche Augusto Cosulich, a capo dell’omonimo Gruppo, che nei mesi scorsi si era speso personalmente con l’Autorità giudiziaria per tentare di sbloccare la situazione. «Speriamo che vengano rispettati i tempi, se ciò avverrà ci sarà un grosso sviluppo a San Giorgio di Nogaro, potremo investire più di quanto stiamo facendo finora. Investire anche in strutture portuali e industriali – spiega Cosulich – oltre che far arrivare navi più grandi. Si tratta sicuramente di una buona notizia, e per questo faccio le congratulazioni alla Regione e a chi si è interessato della questione».