TRIESTE – La dirigenza di Wartsila ha confermato i licenziamenti di Bagnoli della Rosandra, ribadendo nel corso dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico la volontà di investire nuovamente a Trieste.
Il Gruppo finlandese ha detto di ritenere strategica la zona dal punto di vista geografico e produttivo, ma le istituzioni – in primis il presidente Fedriga – e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno fatto muro in assenza della volontà di ritirare la procedura. È questo l’esito dell’incontro al MISE in programma nel pomeriggio di oggi tra la dirigenza dell’azienda finlandese, i ministri Giorgetti (Sviluppo Economico) e Orlando (Lavoro), la Regione FVG rappresentata da Massimiliano Fedriga e dall’assessore al Lavoro Alessia Rosolen e i sindacati.
La procedura riguarda i 451 lavoratori diretti dello stabilimento produttivo di Bagnoli della Rosandra (Trieste) e almeno 350 dell’indotto. Nella giornata di ieri la Fim Cisl nazionale ha proposto una proroga della procedura di 6 mesi. Anche in questo caso la multinazionale finlandese si è rifiutata di assecondare la richiesta. Diversa la posizione di Fiom Cgil e Uilm Uil, che non ritengono utile lo strumento della proroga.
I ministri Orlando e Giorgetti hanno annunciato interventi normativi per bloccare la procedura. Fedriga ha dichiarato di rimanere in attesa dei verdetti dei Tribunali relativamente alle azioni legali intraprese dalla Regione FVG (ricorso d’urgenza) e da Fiom, Fim e Uilm (esposto per condotta antisindacale). Il presidente della Regione non ha escluso nuove azioni legali contro Wartsila, mentre i sindacati pensano allo sciopero generale della città a partire da metalmeccanici e lavoratori portuali, come annunciato nella prima manifestazione di piazza a Trieste.
Nel frattempo Debora Serracchiani, capogruppo PD alla Camera e ex presidente regionale in Friuli Venezia Giulia, ha depositato un emendamento per rendere più difficili le delocalizzazioni, nella forma più restrittiva che era stata già presentata dal ministro Orlando. «Anche a fronte di recenti ingiustificabili decisioni come quella assunta da Wartsila di chiudere lo stabilimento di Trieste, confidiamo che le forze politiche convergano a difesa delle nostre capacità produttive e dell’occupazione. L’emendamento, a prima firma del senatore Misiani, ripristina una serie di condizionalità e sanzioni che mirano non solo alla salvaguardia dei livelli occupazionali ma anche riapre prospettive di cessione dell’azienda o di rami d’azienda con finalità di continuazione dell’attività» ha spiegato Serracchiani.