TRIESTE – Sono 12 i motori Wartsila bloccati dal 23 luglio sono bloccati in Riva da Verrazzano, nel piazzale della Sea Metal, sul Canale navigabile di Trieste, in attesa di essere spediti alla DSME (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering).
Per essere imbarcati, i motori devono essere trasferiti via strada sull’altra sponda del Canale navigabile, per raggiungere il terminal della Seadock, società del gruppo Samer specializzata nella movimentazione, stoccaggio e imbarco di commesse industriali. La Seadock il 13 agosto ha comunicato alla multinazionale finlandese di non poter assicurare il trasferimento dei motori. Una presa di posizione che fa seguito alla nota diramata ‘l11 agosto dalle segreterie sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Ugl Mare, che hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale operante al porto di Trieste. Stato di agitazione conseguente alla decisione, comunicata nei giorni scorsi dal Gruppo finlandese, di sospendere la produzione nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Trieste), mettendo a rischio circa un miliaio di posti di lavoro, compreso l’indotto.
La nave Uhl Fusion, incaricata del trasporto, è ferma da 5 giorni sulle coste del Marocco, a 6 giorni di navigazione da Trieste. L’armatore greco Elmar Shipping non ha ancora dato l’ordine di raggiungere il porto giuliano. Nella mattinata di ieri, una delegazione del gruppo industriale sudcoreano ha fatto visita allo stabilimento di Bagnoli e svolto un sopralluogo ai magazzini Sea Metal. Presente anche la dirigenza di Wartsila Italia, che il 10 agosto aveva contattato la Prefettura di Trieste per chiedere di sospendere il blocco ai cancelli, poiché all’interno del sito produttivo di Bagnoli sono fermi propulsori per oltre 60 milioni di euro.
Nel corso della giornata di ieri, inoltre, hanno fatto discutere le dichiarazioni del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dopo l’annuncio che il Comune non potrà emanare alcuna ordinanza per bloccare il traffico pesante nell’area di competenza della Sea Metal. La motivazione, ha spiegato Dipiazza, è legata alla preoccupazione per un’eventuale causa milionaria che Wartsila potrebbe intentare contro l’amministrazione triestina. Nei giorni scorsi il primo cittadino aveva assicurato la linea dura contro la multinazionale, promettendo una ferma opposizione al trasferimento dei motori.
I sindacati, infine, confermano l’intenzione di non interrompere il presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica a Bagnoli della Rosandra. Non solo: è dato per certo l’intervento immediato di un blocco nel Canale navigabile in caso di avvio del trasferimento dei propulsori dai magazzini Sea Metal al terminal Seadock. Blocco che avverrebbe via terra e sarebbe perciò indipendente rispetto alla movimentazione della nave Uhl Fusion dal Marocco.