TRIESTE – Giornate calde al porto di Trieste dopo che la Uhl Fusion, nave deputata al trasporto di 12 motori Wartsila da Trieste alla Corea del Sud ha chiesto l’autoproduzione.
L’Authority si è riservata di decidere in merito. La questione fa riferimento allo sciopero proclamato dai sindacati al porto di Trieste – limitatamente alle operazioni legate a Wartsila – dopo la decisione del Gruppo finlandese di cessare la produzione allo stabilimento di bagnoli della Rosandra.
La richiesta avanzata all’Autorità portuale comprende anche l’ormeggio della Uhl Fusion su una banchina diversa nel Canale navigabile (Porto industriale) da quella solitamente utilizzata per questo genere di operazioni. Per questo verrà effettuata una valutazione tecnica di fattibilità.
Va da se che l’utilizzo dell’equipaggio della nave per carichi speciali (costruita nel 2018, 149 metri, circa 17mila tonnellate di stazza e battente bandiera portoghese) eviterebbe il ricorso ai portuali triestini per le operazioni di carico dei motori, rendendo vano lo sciopero. Il tutto mentre oggi è previsto un altro incontro in Prefettura a Trieste con i rappresentanti della DSME (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering), proprietaria dei motori costruiti da Wartsila.
Sabato pomeriggio, invece, la manifestazione indetta dai sindacati a sostegno dei 451 lavoratori che, sommati ad circa altrettanti dell’indotto, rischiano di restare senza stipendio a causa del trasferimento della produzione.