TRIESTE – Giuseppe Bono, per vent’anni alla guida di Fincantieri, è morto oggi all’età di 78 anni.
Calabrese, una laurea in Economia e Commercio e un’altra (honoris causa) in ingegneria navale, era stato al vertice di Fincantieri dal 2002 all’aprile di quest’anno. Aveva iniziato la carriera nel 1963 con un corso di addestramento e formazione nell’area amministrativa della Fiat-Finmeccanica, per poi entrare in Omeca (Gruppo Fiat-Finmeccanica e dal 1968 Efim) e poi dal 1971 al 1993 in Efim.
«Svegliamoci, questo Paese ha bisogno di tutti» aveva detto nel dicembre del 2016 quando aveva ritirato il Propeller d’Oro assegnato dal Club di Trieste a Fincantieri.
«È una delle prime cerimonie alle quali partecipo, sono sempre stato in disparte, ma ho voluto accettare perché finalmente qualcuno in regione si accorge che c’è Fincantieri non soltanto quando si parla di amianto o di processi». Queste le parole di Bono commentando l’attribuzione del premio. «Quando sono arrivato l’azienda era sull’orlo di un destino incerto. Oggi mi fa piacere che in regione qualcuno si ricordi di questa realtà, che abbiamo fortemente voluto mantenere a Trieste. Credo che abbiamo la capacità e la forza per affrontare il futuro – aveva proseguito Bono – in una città che ha delle eccellenze mondiali. Svegliamoci tutti, questo Paese ha bisogno di tutti».
Il 20 Aprile scorso, il Cda di Cassa Depositi e Prestiti SpA aveva approvato la lista di candidati per la carica di amministratore di Fincantieri, escludendo l’ad Giuseppe Bono. Il segnale di rinnovamento giunto dal Governo Draghi era piuttosto chiaro, con l’uscita di scena sia il presidente (Giampiero Massolo) che dello stesso Bono. Il suo posto era stato preso da Pierroberto Folgerio.
“Ci lascia un grande condottiero. Per due decenni alla guida di Fincantieri, Giuseppe Bono ha dato un contributo fondamentale per il rilancio della navalmeccanica italiana che oggi può vantare indiscusse leadership mondiali” recita una nota di Fincantieri.
«A nome di tutti i nostri colleghi vogliamo ricordare colui che ha rappresentato una figura di riferimento per l’industria nazionale. Giuseppe Bono ha sviluppato e portato avanti una visione coraggiosa e lungimirante, con un’attenzione costante alle persone, raccogliendo sempre le sfide più difficili e perseguendo sempre l’interesse del Paese. Il fermo rispetto del lavoro come valore primario è stata la cifra distintiva e il faro della sua azione. La sua morte addolora profondamente tutta la comunità di Fincantieri che, in un momento così triste, vuol far sentire la sua vicinanza alla famiglia» hanno dichiarato il presidente Claudio Graziano e l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero.
Tanti i messaggi di cordoglio dalla politica. «Con grande dispiacere ho appreso la notizia della morte di Giuseppe Bono. “Maiora premunt” mi aveva scritto appena qualche giorno fa, in un veloce scambio di messaggi – scrive il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in una nota – Le sue ultime parole, per quanto mi riguarda: anche in quel motto ho letto ancora una volta tutta la sua passione e amore per l’industria italiana. Una passione che ha coltivato negli anni in maniera concreta fino all’ultima lunghissima esperienza come amministratore delegato in Fincantieri. Un percorso, un modo di agire disinteressato e competente che è di esempio per tutti noi».
«Bono è stata una figura di grande rilevanza per l’industria nautica del nostro Paese, come guida di Fincantieri, – dice anche Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria – e in particolare per la Liguria, che ospita i poli di Sestri Ponente, Riva Trigoso e Muggiano. Non possiamo dimenticare poi il suo ruolo, sempre in quanto guida di Fincantieri, nella costruzione del nuovo Ponte di Genova, dopo la tragedia del Morandi. Regione Liguria è vicino alla famiglia in questo momento di dolore».
«Giuseppe Bono – ha ricordato il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza – è stato e resterà sempre un cittadino onorario di Trieste. Ricordo ancora quel 19 dicembre del 2018 quando, nel corso di una solenne cerimonia nella sala del Consiglio comunale, gli consegnai la cittadinanza onoraria, “segno di gratitudine e apprezzamento, a nome di tutta la comunità cittadina, per le rilevanti ricadute in termini economici, di prestigio e visibilità derivanti dal costante lavoro e dalle sue capacità manageriali nella gestione del Gruppo Fincantieri”. Il suo valore è un esempio per chi ama Trieste e l’Italia e per quelle nuove generazioni di manager chiamate ora a proseguire sempre più la sua opera».