TRIESTE – Il Tribunale di Pisino ha deciso nei giorni scorsi di tentare un’altra vendita del cantiere navale Scoglio Olivi di Pola (Croazia).
Si tratta della quarta asta – che dovrebbe tenersi entro ottobre – che metterà in vendita il 54,77% di Uljanik Brodogradnja 1856 a poco meno di 9,7 milioni di euro, la società che deve essere ceduta secondo la volontà dell’Assemblea dei creditori, tra i quali al primo posto lo Stato croato.
Loris Rak, il liquidatore, ha detto alla tv di Stato croata che, in teoria, il prezzo potrebbe esser abbassato fino ad 1 euro. Dichiarazioni che potrebbero rinfocolare le polemiche in merito a presunte ipotesi di svendita delle aree, che potrebbero essere destinate a investimenti immobiliari e in particolare di tipo turistico.
«Chi lo pagherà? Lo pagherà la città, la regione, lo Stato? Se qualcuno vuole riconvertire, deve essere un ricco che dovrà sborsare una grossa somma per farlo» ha dichiarato alla tv croata il sindacalista Boris Cerovac, rappresentante di quei lavoratori senza stipendio ormai da mesi.
Nella stessa serie di interviste, anche il direttore del cantiere, Samir Hadžić, si è detto perplesso da quella che uan definito una “telenovela”.
Nell’asta precedente la cifra era stata fissata a 13,8 milioni di euro, dopo il tentativo di maggio a 20,7 milioni di euro. Va ricordato però, che lo Stato croato si era rifiutato di accettare un’offerta diretta da parte di CE Industries (società ceca che si sta comprando parte del porto di Fiume) a 20,57 milioni.
Secondo i calcoli di alcuni media croati, tra perdite e necessarie ristrutturazioni, il nuovo proprietario dovrebbe iniettare una cifra superiore ai 20 milioni di euro, una volta comprato il cantiere.