TRIESTE – La sezione dedicata alle imprese del Tribunale di Trieste ha ammesso Cimolai Spa e Cimolai holding al concordato preventivo.
La decisione arriva dopo la richiesta di ottobre da parte dei due giganti mondiali delle costruzioni, in seguito alla crisi causata da alcune operazioni con i derivati svolte dall’ex direttore finanziario del gruppo, come copertura del rischio su cambio euro/dollaro. L’azienda ha sempre sostenuto trattarsi di attività non autorizzate dalla proprietà e sottoscritte da chi non avrebbe avuto titolo per farlo. Operazioni del valore complessivo di circa 500 milioni di euro. L’ammissione alla procedura interessa, oltre alla proprietà, i circa 800 lavoratori diretti, che salgono a quasi 1300 con l’indotto.
Nel decreto si indica il periodo tra il 20 luglio e il 10 agosto per raccogliere le votazioni dei creditori sull’ipotesi di salvataggio, con finanze della famiglia Cimolai e con altri interventi esterni, anche se al momento non sembrano essere indicati aumenti di capitale.
Il piano di salvataggio prevede la creazione di una newco, Nuova Cimolai, interamente partecipata dalla Luigi Cimolai Holding, alla quale trasferire asset e contratti della Cimolai spa. In questo modo si intende garantire la continuità aziendale e la prosecuzione delle commesse (circa 800 milioni di ordini), salvaguardando i posti di lavoro.
Dopo la notizia delle difficoltà economiche dello scorso ottobre, a fine febbraio l’azienda ha denunciato un broker londinese per errori nella la vendita di alcuni dei derivati sulle valute.