TRIESTE – Passano anche da Villa Opicina, stazione ferroviaria che serve il porto di Trieste, i carri armati destinati all’Ucraina.
Così come le reti ferroviarie e il sistema logistico del Friuli Venezia Giulia dovrebbero tornare utili per la ricostruzione dell’Ucraina, al momento, lo stesso sistema risulta importante bper la fornitura di mezzi militari in questa fase del conflitto.
Si tratta in particolare degli obici semoventi da 155 mm M109L dismessi dall’Esercito Italiano e oggetto di polemica nelle scorse settimane. I mezzi, infatti, non sono in condizioni di affrontare un campo di battaglia, ma l’Ucraina li ha richiesti ugualmente perché importanti in questa fase della guerra. Alcuni media italiani avevano riportato presunte lamentele da parte di un consigliere del ministro della Difesa ucraino, proprio sulla qualità dei carri armati forniti dall’Italia.
La polemica ha costretto il nostro ministero della Difesa a diramare un comunicato stampa per spiegare quanto stava accadendo.
“Alcuni quotidiani italiani hanno ripreso un articolo del Financial Times secondo il quale un anonimo consigliere del Ministro della Difesa ucraino avrebbe espresso disappunto per la qualità di alcune forniture militari, inviate da vari Paesi, per aiutare l’Ucraina. Tra i tanti, vengono citati alcuni mezzi forniti dall’Italia” si legge nella nota del ministero.
“Senza entrare nel dettaglio di decreti secretati dal precedente Governo, il Ministero della Difesa precisa che su richiesta Ucraina, tra i vari aiuti, sono anche stati donati mezzi che erano stati dismessi dalle Forze Armate italiane da molti anni e mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà. I mezzi sono stati richiesti, comunque, da parte ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione russa. Sull’esito della rimessa in efficienza il Ministero della Difesa italiano non è stato aggiornato, trattandosi solo di mezzi classificati come di non conveniente riparazione. Tanto si precisa al fine di dirimere eventuali equivoci, prevenire sterili polemiche e sottolineare quanto sia importante il sostegno all’Ucraina” conclude il comunicato.