TRIESTE – L’Autorità di sistema portuale ha approvato la concessione per la Seastock srl fino al 31 dicembre del 2060.
Si tratta delle aree demaniali marittime, specchi acquei e manufatti nel Punto Franco Oli Minerali del porto di Trieste, dove sviluppare un deposito per carburanti di nuova generazione e le infrastrutture ferroviarie annesse.
Dopo il via libera al piano economico dell’azienda, che prevede una ventina di milioni di investimenti nei prossimi quattro anni, la concessione consentirà alla controllata della Walter Tosto di proseguire nell’esercizio del terminal petrolifero ed effettuare nuovi investimenti per lo sviluppo dello stesso.
I canoni di concessione demaniale (superficie complessiva di 61.546 metri quadrati, oltre a tubazioni per 1.437 metri) saranno ridotti proprio a fronte degli investimenti proposti dall’azienda, che rientra nell’orbita di un Gruppo con esperienza nella progettazione e produzione di componenti critici per l’industria chimica, petrolchimica, Oil & Gas e energia. Oltre ai sei stabilimenti di Chieti e i due insediamenti in Romania, infatti, il Gruppo abruzzese era subentrato nella concessione di Depositi Costieri, rilevata a Trieste per 6,4 milioni di euro, partecipando ad un’asta fallimentare e già proprietà della famiglia Napp (Giuliana Bunkeraggi).
Gli interventi di Seastock riguarderanno i serbatoi (attualmente 26 con una disponibilità di circa 95mila metri cubi di nafta e gasolio), le tubazioni, le infrastrutture ferroviarie e la banchina con i 180 metri del pontile San Sabba (pescaggio di 10,5 metri).
Lo stoccaggio passerà a circa 140mila metri cubi – anche con la realizzazione di nuovi serbatoi – tra i quali troveranno spazio biodiesel, benzina, jetfuel e biocarburanti. Le nuove attività dovrebbero aumentare la capacità di movimentazione (oggi potenzialmente di circa 600mila tonnellate annue) a oltre 900mila: sono previste una ventina di nuove assunzioni tra il personale dipendente.