TRIESTE – Covid, guerra in Ucraina e costi imprevisti lasceranno il segno sull’Interporto di Gorizia per il 2022. Nuovi accordi commerciali e investimenti sono previsti per l’anno nuovo.
Sdag–Interporto di Gorizia rende noto che “nonostante le innumerevoli difficoltà, la negatività del 2022 avrà una percentuale estremamente bassa rispetto a costi più che raddoppiati”. Indice questo, che SDAG continua ad operare e ad investire nei propri servizi anche in un’ottica di collaborazione tra attori logistici, “consapevole che senza questa “deformazione” del mercato chiuderebbe nuovamente in positivo”.
Nel 2023, infatti, in sintonia con il socio unico – Comune di Gorizia – sarà siglato a breve un accordo commerciale tra Sdag, l’Interporto di Trieste e quello di Cervignano. Con l’obiettivo di proseguire nel percorso di ottimizzazione della logistica regionale. L’obiettivo è quello di avere una piattaforma comune, ma nel frattempo si inizierà con uno scambio di dati e una sinergia commerciale.
Sinergia che prosegue invece con Adriafer per la logistica merci e manutenzione dei veicoli ferroviari, nel capannone raccordato del terminal intermodale goriziano.
L’anno in via di conclusione viene definito da Sdag“particolarmente impegnativo ed economicamente impattante”. Dalla crisi economica conseguente all’epidemia da Covid-19 (pur con una chiusura in positivo del bilancio al 31.12.2021) l’Interporto di Gorizia ha fronteggiato – al pari delle altre imprese – aumento dei prezzi delle materie prime e impennata dei costi dell’energia. Fattore, quest’ultimo, che si amplifica in modo esponenziale lungo tutta la “Supply chain”, e in particolar modo sulla catena di approvvigionamenti, della gestione dei magazzini e della catena del freddo e sulla gestione delle aree di sosta. Poi il conflitto russo/ucraino scoppiato nel primo trimestre del 2022, inoltre, sta provocando una diminuzione dei ricavi dalle soste dovuto alla riduzione dei trasporti su mezzi pesanti a livello internazionale di circa il 17%.
La viabilità di “confine” in gestione a SDAG tocca un altro punto dolente. La società si era trovata a fronteggiare l’emergenza COVID con una chiusura dei valichi internazionali che ha portato alla deviazione di tutto il traffico (compreso quello pesante) sull’asse autostradale. L’infrastruttura stradale ha subito pertanto delle pesanti deformazioni dovute alla deviazione obbligata per i controlli in entrata Stato introdotti dalle Forze dell’Ordine. La manutenzione che si renderà necessaria sarà molto onerosa rischiando di compromettere i risultati anche dei prossimi anni.