TRIESTE – Wartsila Finland sarebbe disposta a vendere lo stabilimento di Trieste, ma non a diretti concorrenti. Sono i rumors che stanno circolando in queste ore, in attesa degli sviluppi della vertenza che riguarda i 451 lavoratori del capoluogo giuliano. Si fa strada l’ipotesi Leonardo (ex Finmeccanica), che potrebbe concretizzarsi sfruttando gli incentivi statali legati allo sviluppo di tecnologie militari e assicurare l’operatività del sito per qualche mese. Non si tratterebbe, però, di una soluzione definitiva: dopo l’acquisto degli asset, Wartsila lascerebbe definitivamente il posto alla coreana Hyundai HiMSEN, fabbrica di motori 4 tempi che fornisce il 90% delle installazioni di DSME (Daewoo shipbuilding & marine engineering), e che sfrutterebbe l’opportunità di poter fare un primo passo verso l’insediamento nel mercato europeo. Una ricostruzione che spiegherebbe anche il motivo della visita nelle scorse settimane dei rappresentanti DSME i quali, dopo l’incontro in Prefettura avevano visitato la fabbrica di Bagnoli della Rosandra.
Le fonti delle indiscrezioni rimangono riservate ma, anche se le suesposte ipotesi non dovessero aver alcun seguito, sono la testimonianza di come le istituzioni (sono coinvolti politici e amministratori pubblici, oltre alle parti sindacali) si stiano già muovendo per affrontare uno scenario che non preveda passi indietro significativi da parte del Gruppo finlandese, sulla volontà di chiusura dello stabilimento di Trieste. Già all’indomani dell’annuncio di Wartsila di voler cessare la produzione a Bagnoli della Rosandra, si erano fatte largo ipotesi di nazionalizzazione o di interventi da parte dello Stato, ipotesi in merito alle quali i sindacati avevano richiamato al dovere di concretezza.
Prosegue nel frattempo la querelle per l’imbarco dei motori già venduti a DSME (Daewoo shipbuilding & marine engineering). L’autorità portuale, che aveva ricevuto richiesta di autoproduzione da parte dell’armatore della Uhl Fusion (sempre in rada a Trieste), ha chiesto l’integrazione con ulteriore documenti prima di dare una risposta definitiva a questa ipotesi.
Vanno avanti anche le battaglie sul piano legale per capire se la decisione di Wartsila possa essere sanzionata con strumenti diversi da quelli finora previsti dalla normativa. Sul tavolo un ricorso d’urgenza della Regione FVG al Tribunale di Trieste sull’ipotetica anticostituzionalità della norma contro le delocalizzazioni e un emendamento del Governo. In quest’ultimo caso si tratta di un tentativo di modificare la stessa norma contro la quale ha fatto ricorso la Regione.