TRIESTE – Secondo la Federazione degli agenti marittimi quella varata dal Governo è una rivoluzione sostanziale, ma anche culturale: per la prima volta dopo decenni il Paese prende coscienza del fatto che dal mare dipende una percentuale consistente del Pil e discende ogni competitività del tessuto economico.
Il plauso va in particolare alla decisione, da parte del presidente del Consiglio dei ministri, di assumere in prima persona le deleghe relative alle azioni governative sul mare avocando ad un Comitato Interministeriale la pianificazione strategica e il coordinamento e, auspica Federagenti, la soluzione rapida ed efficace di possibili conflitti di competenze fra i vari ministeri sulle singole tematiche.
«Circa un anno fa quando dalla nostra assemblea annuale avevamo lanciato l’idea di un “gabinetto di guerra”, allora in tempo di pace, che avesse i poteri di coordinare concretamente le tematiche strategiche relative al mare, e quindi ai porti e ai traffici marittimi, avevamo incassato anche qualche critica per la franchezza e la concretezza con cui avevamo affrontato, di petto, il problema della diaspora di competenze sul mare fra ben otto ministeri diversi. Ora i fatti e la prima mossa concreta del nuovo Governo ci stanno dando ragione» sostiene Alessandro Santi, presidente della Federazione italiana agenti e raccomandatari marittimi.
Il tutto in un momento «… in cui il Mediterraneo torna a essere centrale e in cui le tante guerre, da quella drammatica in Ucraina, a quelle per energia e materie prime, con il conseguente riassetto globale della produzione e dell’interscambio mondiale, generano allarme ma anche opportunità uniche per il nostro Paese».
Secondo Santi, l’utilizzo consapevole e sostenibile del mare è l’unica maniera di «garantire la sopravvivenza dei popoli e delle democrazie come le intendiamo: oggi lo capiamo bene, senza le navi e porti idonei, i corridoi umanitari del grano si fermano, come si sono fermati, e milioni di persone si trovano in situazione di assoluta carestia».