TRIESTE – Nei giorni scorsi è stato testato con successo un nuovo sistema di distribuzione dell’energia elettrica a bordo delle navi, con caratteristiche dual-use.
L‘Electric TEst Facility (ETEF) è un laboratorio tecnologico per nuove soluzioni di sistemi energetici marini, cofinanziato dal Segretariato Generale della Difesa italiano. L’associazione temporanea di scopo vede riuniti Università di Trieste (Dipartimento di Ingegneria e Architettura), Wartsila, Fincantieri SI e Seastema (Gruppo Fincantieri).
Si tratta di un investimento da 7 milioni di euro per sviluppare un progetto che rivoluzioni la gestione dell’energia elettrica utilizzando la corrente continua. Le applicazioni si stanno sviluppando per il settore militare, ma si sta già pensando ad applicazioni in ambito civile e dei porti in particolare.
La costruzione di questo dimostratore tecnologico ha permesso di realizzare un’infrastruttura di ricerca che connette i sistemi scientifico e industriale del territorio, con prospettive reali in termini di impatto e trasferimento tecnologico negli ambiti strategici della transizione digitale dell’energia e delle navi elettriche di domani. «Stiamo promuovendo il sito verso partner industriali – conferma il professor Giorgio Sulligoi dell’Università di Trieste, responsabile scientifico del progetto – interessati ad utilizzare il sistema per attività di prove e integrazione funzionale».
Si pensa infatti come il concetto della rete elettrica zonale possa spingere nuovi progetti di navi, ma anche il “cold ironing” dei porti, che a breve vedrà Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro passare dalla teoria ai fatti grazie ai finanziamenti del Fondo complementare per i porti, in attuazione del PNRR.