MONFALCONE – Regione FVG, Authority e Comune hanno spiegato oggi a Monfalcone che potrebbe avverarsi ciò che ormai sembra un miracolo: il via libera all’escavo per rilanciare i traffici del porto.
La Giunta regionale ha infatti approvato la cosiddetta Variante localizzata al Piano regolatore portuale, che consentirà di intervenire sullo scalo. Manca un passaggio (a questo punto si presume solo formale) al Comitato di gestione dell’Authority. Poi la Capitaneria di porto potrà consegnare le aree della cassa di colmata e lo specchio acque alla ditta incaricata (la gara è già stata effettuata dalla Regione) di eseguire l’escavo. Con la stessa variante si potrà poi intervenire sulla banchina la quale, una volta ultimati gli interventi, sarà una delle più lunghe d’Italia.
Tempistiche? «Entro settembre dovrebbero iniziare i dragaggi» risponde il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint, fortemente impegnata nel rilancio dello scalo, settore crocieristico compreso.
Aumentare il pescaggio e la lunghezza della banchina consentirà – a detta degli operatori – di sviluppare i traffici in maniera consistente. Esistono infatti interessi per il Ro-Ro, ma anche necessità legate a navi di maggiori dimensioni (traffico di acciaio in testa) e soprattutto alla coabitazione fra traffici commerciali e navi da crociera. La variante localizzata prevede anche l’ampliamento delle aree operative retro banchina, il potenziamento delle opere di difesa foranee, nonché la creazione di nuove casse di colmata per i futuri dragaggi, che una volta completato il riempimento verranno utilizzate per la realizzazione di un’area con funzione ecologica.
Il principale impulso ai traffici dovrebbe arrivare dal futuro terminal multipurpose e delle autostrade del mare. L’opera occuperà il nuovo terrapieno a mare e tutta la porzione orientale della vasca di colmata esistente, che verrà convertita agli usi portuali, con un piazzale di circa 630mila metri quadrati. Con i lavori complessivi si formerà anche una nuova banchina di 1.430 metri, che in prosecuzione a quella esistente (1.400 m) formerà un’unica banchina rettilinea di 2.740 metri, con fondali fino a 14,5 metri e aree a terra fino a 160 ettari.
Gli investimenti necessari per la realizzazione complessiva degli interventi previsti, ammontano a circa 374 milioni di euro, con un’articolazione temporale di 12 anni, divisa in 3 fasi attuative.
Lo sblocco dell’iter per l’approvazione della Variante è conseguenza dell’ok del Genio Civile a questioni di carattere patrimoniale ma anche ecologico. Trovata la quadra sullo smaltimento dei fanghi all’interno di una nuova cassa di colmata, ora potrebbe avverarsi ciò che lo scalo attende da vent’anni. Notizia nella notizia, il presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, ha annunciato in conferenza stampa che – entro maggio – verrà nominato un Commissario per i dragaggi. Dovrebbe trattarsi di un’ulteriore garanzia per il rispetto delle tempistiche.
Alla presentazione del documento era presente oggi anche Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. La gestione di Portorosega è ormai in mano all’Authority ma, per questo specifico intervento, è stato stilato un protocollo che mette in mano alla Regione FVG l’esecuzione delle opere.
Monfalcone, dunque, dopo 43 anni avrà lo strumento di programmazione della sua portualità. Con la Variante localizzata del Piano regolatore portuale, infatti, si aggiorna il principale strumento di pianificazione del porto, risalente al 1979. Con quest’ultimo atto si completa il percorso di aggiornamento dei Piani regolatori dell’Autorità di Sistema Portuale. Oggi sia il porto di Trieste che quello di Monfalcone dispongono di strumenti di pianificazione aggiornati. Il porto di Trieste nel 2016, infatti, aveva già visto approvato, dopo quasi 60 anni, il proprio Piano regolatore.
Per Zeno D’Agostino, presidente dell’Authority: «L’approvazione della variante da parte della Regione Friuli Venezia Giulia è una conquista fondamentale perché da oggi si apre una stagione di sviluppo per lo scalo isontino, che avrà un insieme di regole di cui non ha mai disposto, e dunque un quadro di certezze per gli investitori».