TRIESTE – Al porto di Trieste traffici in aumento, treni sempre più numerosi ma si “naviga in un mare mosso” per quanto riguarda i lavori del Fondo complementare al Pnrr, a rischio ritardo per diversi fattori.
Lo ha detto ieri in occasione di un incontro organizzato dalla CGIL di Trieste, Vittorio Torbianelli, Segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale. Rispondendo ad alcune domande sulla situazione dello scalo e dei traffici – soprattutto in relazione al grosso lavoro che l’Authority sta portando avanti per coniugare porto e industria – Torbianelli ha citato anche le recenti criticità del porto di Genova, dove la gara per la diga è andata deserta.
«Siamo in un momento difficile, ma andiamo avanti ogni giorno e dai nostri uffici escono pian piano le gare per le progettazioni. I lavori inizieranno il prossimo anno, ma noi siamo partiti da una base progettuale molto giovane. Abbiamo dei progetti Pnrr che 4 anni fa non esistevano. Siamo stati bravi – ha detto il Segretario generale – a inserire dei progetti nuovi, che ora bisogna però completare con le progettazioni definitive. Io spero che entro il 2026 una parte importante di queste cose sia iniziata, poi se riusciremo a finire entro il 2026 forse nessuno riesce ancora a dirlo». Torbianelli, che in precedenza aveva citato l’aumento dei costi delle materie prime e la variabilità di indicazioni che provengono dal Governo centrale, ha ricordato quanto accaduto di recente a Genova. «Del resto, se non ci sono i prezzi corretti per fare le gare, come fai a buttare fuori una gara. Poi succede quello che è successo a Genova (la gara deserta per la diga a protezione del porto, ndr). Noi siamo stati fortunati a non avere fatto ancora delle gare che poi sono andate deserte» ha concluso il Segretario.
Molto chiaro, invece, come del resto più volte ribadito dal presidente della stessa Authority, Zeno D’Agostino, il ruolo del porto nell’economia territoriale: «Il nostro ruolo è quello di facilitatori e armonizzatori. Non credo che dobbiamo alimentare conflittualità sui terreni sui quali poi ci si deve confrontare. La le partite si vincono – ha detto Torbianelli – se c’è dietro il sistema regionale, se c’è convergenza tra enti. Non abbiamo mai fatto discorsi di competizione, col porto di Capodistria o con i porti del Nord Europa. A Trieste dobbiamo andare verso quell’integrazione che ci siamo messi a fare anche con il consorzio Coselag. Bat (British amaerican tobacco, ndr) è solo il primo risultato. Ma ci dice che questo territorio può fare cose importanti anche nell’industria».
Un’industria leggera e con alta innovazione, secondo il Segretario generale, anche a causa della scarsa disponibilità di spazi, e senza quegli impatti ambientali che Trieste e il suo territorio hanno già avuto modo di pagare negli ultimi decenni. Ma un collegamento tra porto e industria si basa, com’è logico, sulla crescita dei traffici, non solo quelli containerizzati. «I Ro-Ro stanno crescendo benissimo non c’è la polarizzazione che c’è nei container. Poi c’è la partita nuova sul traffico convenzionale. Stiamo cercando di capire se anche il Nord Africa può essere un luogo di provenienza delle merci. Lavoriamo nelle nicchie di crescita» ha concluso Torbianelli.
L’incontro dal titolo “PORTO E INDUSTRIA-Per il rilancio economico del territorio”, ha visto anche la partecipazione di Sandra Primiceri, vicepresidente del Coselag (Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana), Natale Colombo della Segreteria nazionale FILT CGIL e Villiam Pezzetta, Segretario generale CGIL FVG. Proprio il Coselag (dove partecipa l’Autorità portuale) è stato scelto come strumento per collegare lo sviluppo industriale e il traffico portuale, sia con la ricerca di nuovi insediamenti che attraverso interventi in materia di efficientamento energetico e servizi da erogare nelle aree industriali di competenza. «Non servono grandi programmi. C’è del materiale sul quale lavorare. Bisogna utilizzare l’esistente, penso ad esempio ai collegamenti ferroviari» ha spiegato Sandra Primiceri. «Questo genere di approccio costituisce anche una risposta in termini ambientali, di decarbonizzazione. Sulle bonifiche sono stati fatti passi in avanti, anche se mi rendo conto che i costi rimangono importanti. Va detto che se sono arrivati i fondi (dal Fondo complementare al PNRR, ndr) per le bonifiche di un’ampia area industriale, è per il lavoro portato avanti dall’Autorità Portuale. Ci sono aziende – ha aggiunto Primiceri – che ogni settimana mi chiedono spazi per nuove attività. Si è innescato un meccanismo di attrattività del territorio anche grazie al porto, alla ferrovia e ai collegamenti stradali, senza considerare l’importanza del Canale navigabile di Zaule e del regime di Porto franco internazionale».