TRIESTE – Il porto di Monfalcone con 18 milioni di euro e il canale di accesso a Porto Buso con 3,4 milioni saranno i principali interventi di dragaggio che la Regione Friuli Venezia Giulia metterà in atto nel 2023.
Lo ha confermato, dopo la riunione di ieri alla Direzione Ambiente a Trieste – alla quale ha partecipato il Commissario straordinario Aurelio Caligiore – l’assessore alla Difesa dell’Ambiente Fabio Scoccimarro.
Per quanto relativo a Monfalcone, la ventennale attesa degli interventi dovrebbe – ma il condizionale è d’obbligo a causa del complesso iter che interesserà gli escavi – portare nuovo slancio alle attività dello scalo, in crescita e con ottime prospettive, dopo una serie di investimenti e la gestione unificata assieme a Trieste da parte dell’Autorità di sistema. Per quanto riguarda Porto Nogaro, invece, l’assessore ha ricordato la recente sentenza del Tribunale di Gorizia, che costituisce un punto fermo per consentire che la programmazione e la realizzazione degli interventi
Il resto degli interventi riguarderà la laguna di Marano e gli accessi fondamentali per il settore della nautica, ritenuto strategico dall’amministrazione regionale. Nel dettaglio, dopo l’esecuzione quest’anno delle opere nel Canale di Lignano, la foce del Tagliamento, il canale Coron, il porto di Marano e il canale di Barbana, sono in fase di progettazione i seguenti interventi di dragaggio, il cui avvio è previsto tra febbraio e maggio del prossimo anno: darsene fiume Corno (480mila euro); Porto Casoni e canale Videra (350mila euro); canale Cormor e darsena Muzzana (720mila euro); canali Lovato e Pantani (1mln e 920mila); canale Belvedere e accessi darsene (400mila euro); darsene canale di raccordo Marano (235mila). Proprio in relazione alla laguna, Scoccimarro ha ricordato che, dopo un anno e mezzo di attesa, l’Avvocatura generale dello Stato ha formulato il parere di massima sull’ambito di applicazione delle disposizioni che regolano i dragaggi. Da una prima lettura sembra essere di competenza della Regione esclusivamente in laguna la regolamentazione dei movimenti dei sedimenti. «Dal punto di vista politico – ha osservato l’assessore – risulta importante che finalmente si sia messa una pietra miliare su una questione rimasta in sospeso per troppo tempo».