TRIESTE – Con la firma al decreto del ministero della Salute (che segue quella dei dicasteri delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Ambiente), diventa pienamente operativo il “Protocollo fanghi” che consentirà di avviare lavori importanti ed attesi da anni nelle acque della laguna.
Gli interventi dovrebbero consentire il miglioramento dell’accessibilità a Porto Marghera, superando una normativa del 1993.
«Siamo di fronte a un’altra importante dimostrazione che lo sviluppo sostenibile della portualità del Veneto è già possibile. La mancata adozione del Protocollo Fanghi, che ora passerà al ministero della Giustizia per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, era infatti uno degli elementi che avevamo indicato nel nostro Piano Operativo Triennale 2022/2024 come “vincolo” allo sviluppo sostenibile del porto. Con questa formale intesa tra i tre ministeri competenti (Infrastrutture/Ambiente/Salute)- commenta il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Fulvio Lino Di Blasio – si fa un importante passo in avanti. Ma non basta. Si auspica a questo punto, per dare piena attuazione alle misure previste dal Protocollo, l’avvio quanto prima dell’operatività dell’Autorità per la Laguna di Venezia-Nuovo Magistrato alle acque che, come noto, avrà, tra gli altri, il compito di approvare i progetti di dragaggio e le modalità di gestione dei materiali. Quanto al Piano morfologico, è attivo un tavolo con i ministeri competenti per la definizione delle modalità di collaborazione e interazione con la Commissione VIA / VAS».
La notizia segue quella della decisione, da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, secondo la quale il progetto relativo alle “Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la conservazione nelle aree di bordo del canale Malamocco Marghera tratto curva San Leonardo e Fusina – interventi di protezione dall’erosione marina delle casse di colmata A, B, D-E, lato laguna viva” non ricade nelle categorie progettuali che prevedono l’applicazione delle discipline di VIA (Valutazione di impatto ambientale). L’Autorità di sistema portuale potrà quindi procedere con l’affidamento dei lavori e con il monitoraggio ambientale relativi al bando di gara pubblicato il 12 dicembre del 2022.
Il ministero ha infatti accolto i chiarimenti forniti dall’AdSPMAS e dal PIOPP rispetto alle istanze di verifica, formulate al MASE da parte di alcune associazioni ambientaliste veneziane, circa l’applicazione delle procedure di assoggettamento a VIA del progetto.
La decisione del Ministero si basa su due punti: in primo luogo, quanto proposto dall’Autorità Portuale veneta riguarda interventi di salvaguardia ambientale e, in secondo luogo, il dragaggio dei canali portuali – in quanto mera opera di manutenzione finalizzata al ripristino delle quote di progetto – non rientra tra le modifiche progettuali da sottoporre a VIA.
«E’ la dimostrazione che lo sviluppo sostenibile del porto è già possibile – commenta ancora Di Blasio – . Si tratta di una decisione molto attesa che ha chiarito che il nostro progetto non riguarda, né modifica, il Canale Malamocco-Marghera ma prevede solo interventi di ripristino ambientale delle casse di colmata – oggi interessate da gravi fenomeni erosivi – e il ripristino morfologico della superficie originale delle stesse. Finalmente avremo la possibilità di procedere secondo i programmi alla conterminazione delle casse di colmata, arrestandone il fenomeno erosivo e proteggendo in tal modo la laguna e, in second’ordine, di garantire l’accessibilità nautica nel tratto interessato».