TRIESTE – Primi nove mesi da record per il Porto di Fiume che cresce in tutti i settori e anche nei ricavi finanziari.
Da gennaio a settembre lo scalo croato ha movimentato 4,9 tonnellate di merce (+20%) rispetto allo stesso periodo del 2021. Pesante la crescita per il settore container con 413.271 Teu. Il dato è la somma tra i 295.385 Teu del terminal Adriatic gateway e dei 117.886 Teu movimentati da Luka Rijeka. Le merci varie sono cresciute del 9% e le rinfuse del 12%.
Sempre nello stesso periodo, Luka Koper ha ottenuto quello che viene definito nel report “un buon risultato finanziario”, con entrate totali di circa 27 milioni di euro, che rappresentano un aumento del 44% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Oltre alla significativa crescita delle entrate del Gruppo, un impatto positivo sul risultato finanziario si è avuto anche sul fronte delle spese, che sono cresciute più lentamente e sono aumentate del 6% rispetto all’anno precedente. L’utile del Gruppo Luka Rijeka per i primi nove mesi del 2022 ammonta a 7,44 milioni di euro, un aumento significativo rispetto al periodo osservato dell’anno precedente, quando l’utile del Gruppo era di circa 230mila euro.
Tra gli investimenti portati avanti nel corso del 2022, si segnalano quello relativo al terminal di Buccari, il nuovo magazzino frigorifero al terminal di Škrljevo (dove è previsto un aumento del traffico refrigerato), dell’are di stoccaggio container, l’acquisto di un reach stacker, la stipula di un contratto per l’acquisto di una nuova gru mobile per le banchine del porto e l’acquisto di di 10 nuovi carrelli elevatori motorizzati.

Nei prossimi anni il porto di Fiume non nasconde di voler entrare in concorrenza diretta con gli scali di Trieste e Capodistria, più di quanto non abbia già iniziato a fare. Qualche dubbio sulle potenzialità di crescita resta legato alle infrastrutture stradali e ferroviarie, nonostante il governo croato si stai già muovendo per tentare di riempire il gap. Incertezza anche sull’effettiva data di inizio dell’operatività al nuovo terminal di APM Maersk, che per ora rimane senza le infrastrutture necessarie per accoglie quello che potrebbe esere un volume di traffico significativo, nell’ambito del Nord Adriatico.